Era sempre difficile cedere al sonno a cui mi obbligava mia madre nei pomeriggi d’estate.
Non si scappava dal ‘riposino’ pomeridiano.
Andavo sempre malvolentieri, a volte entravo nel letto imbronciata e lo dimostravo mettendomi distesa sul letto nel punto più lontano e opposto a lei, proprio sul bordo del materasso, rischiando di cadere, come a dirle che non le volevo più bene, perché il ‘riposino’ non lo volevo fare.
Immersa nel silenzio, nella penombra della stanza rischiarata soltanto dalla luce che attraversava le ultime bacchette delle tapparelle, il sonno comunque mi prendeva.
Al risveglio mi ritrovavo da sola. Dalla porta ancora chiusa i rumori di faccende domestiche indicavano il percorso verso il cucinotto dove mia madre di spalle mi veniva incontro per sollevarmi così che io potessi fare un’ultima coccola tra le sue braccia.
Poi mi appoggiava sul tavolo di formica che stava proprio di fronte al lavandino. Seduta così in alto scorgevo dalla finestra i campi e la luce del pomeriggio che indicava ancora ore a disposizione per giocare con i bambini del condominio.
Dal frigorifero prendeva un uovo, lo rompeva colpendo il bordo del lavandino, solo il tuorlo sarebbe sceso lentamente nel bicchiere ricoperto subito da una montagnola di zucchero.
E via ! a girare vorticosamente finché tutto lo zucchero non si fosse ben amalgamato e sciolto fino a diventare una morbida crema gialla.
Lo zabaione era la mia prima merenda, la più ‘dolce’ che io ricordi.
Potevo scegliere altre merende come il pane e marmellata, pane burro e zucchero, ma la più dolce di tutte era lo zabaione del risveglio.
Alberta
Ricetta
- rompere il guscio di 1 uovo di gallina
- separare l’albume dal tuorlo
- ricoprire di un cucchiaio di zucchero il tuorlo, già collocato in una tazza
- mescolare velocemente finché non si ottenga una crema, finché lo zucchero non si sia sciolto