Nella cartella di scuola anche la frittata di pasta

Casal di Principe, 1965. Nel cortile di casa con i miei fratelli

Sono nato nel sud d’Italia da una famiglia umile, onesta e molto unita. Eravamo in sette figli, sei maschi e una femmina, io sono il primogenito.

Mi ricordo la casa in cui sono nato a Casal di Principe (Caserta), aveva una grande cucina con un grande camino e l’angolo cottura in muratura, pochi mobiletti di legno fatti su misura e una stufa. Un’unica stanza da letto molto ampia con un grande letto in cui dormivano mia madre, mio padre e i miei fratelli piccoli, invece in un altro lettone stavamo io e altri tre fratelli. Il gabinetto era fuori e di notte ci voleva un bel coraggio per andarci quando scappava la pipì. Ma tutto questo era bello e ti faceva sentire molto attaccato alla famiglia. La giornata iniziava svegliandoci tutti insieme alla stessa ora, ci lavavamo in casa con una bacinella, perché il bagno non c’era, e mia madre aiutava i più piccoli. A ripensarci oggi mi vengono in mente quei film in bianco e nero, come ‘Totò miseria e nobiltà’, ecco in casa mia c’era quell’atmosfera. Mi ricordo alcuni momenti della mia infanzia, quando avevo tra gli 8 e i 10 anni, in particolare la colazione quando mia madre preparava il ‘pane cotto’. Sistemava alcune fette di pane nel piatto, a parte in un pentolino scaldava dell’acqua a cui aggiungeva una o due uova, un pizzico di pepe nero e un po’ di formaggio pecorino, poi tutto lo versava sopra al pane aggiungendovi un pizzico di sale. Ancora oggi risento quel profumo e quegli aromi e mi sembra di riassaporare di nuovo quel gusto.

Quando andavo a scuola mia madre mi preparava come merenda la frittata di spaghetti fatta con la pasta avanzata il giorno precedente. Prendeva gli spaghetti già cotti e in bianco, li metteva in un recipiente, vi rompeva sopra tre o quattro uova fresche aggiungendo sale, pepe nero, formaggio pecorino grattugiato e mescolava il tutto. Riscaldava dell’olio di semi in una padella, vi versava sopra il composto facendolo cuocere come una frittata. Una volta cotto aveva la forma compatta della padella così l’avvolgeva in un foglio di carta da salumeria e poi in un panno da cucina e infine la infilava nella cartella. Nel momento della ricreazione poi, quando tiravo fuori dalla cartella la frittata di pasta, aprivo il cartoccio mi arrivava un profumo che mi ricordava casa mia. Lo stesso profumo mi accompagnava tutta la mattinata a scuola e ancor oggi quando la preparo per i miei figli ritorno a quegli anni, alla mia infanzia, alla mia mamma che on c’è più, alla casa d’origine e tutto mi sembra accanto , mi sembra di rivivere il ricordo come fosse ieri, anche se sono passati più di cinquant’anni.

Biagio

 

Ricetta per la frittata di spaghetti alla napoletana

spaghetti in bianco bolliti o avanzati dal giorno precedente, sempre in bianco mettere gli spaghetti in una ciotola, aggiungere 2 o 4 uova, in base alla quantità di pasta, mescolare tutto aggiungendo formaggio pecorino