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Una tazza di latte e caffè

Se penso al primo ricordo che ho del caffè, mi viene in mente un liquido nero conservato in un pentolino blu sotto il lavandino della casa della mia infanzia. Mia nonna lo preparava una volta alla settimana. Solitamente il sabato. Ricordo bene la ricetta, perchè il giorno prima della preparazione della bevanda, mi mandava al botteghino della Jolanda e mi faceva comperare: una confezione di VECCHINA, una confezione di MISCELA LEONE, due confezioni di OLANDESE MORETTO, e mezzo etto di CAFFE’ BUONO.
Questi erano gli ingredienti precisi che, ben miscelati prima, e fatti bollire nell’acqua poi, producevano il liquido nero dal vago profumo di caffè. Ma il rito non finiva qui. Bisognava essere pazienti e aspettare che si rafreddasse, poi che si “deponesse il fitto”. Finalmente l’infuso era pronto. il suo profumo si sprigionava di nuovo ogni mattina quando incontrava il latte fumante nelle tazza della colazione. La nonna lo prelevava con un mestolino di alluminio e stava ben attenta a non affondarlo troppo per non muovere “il fitto”. A noi bambine ne dava poche gocce solo per macchiare il latte, ai grandi invece ne dava un bel mestolino pieno perchè, diceva lei, dava energia per lavorare. Dopo aver servito tutti, ne preparava una tazza anche per lei, la riempiva di pane vecchio, fino a far star ritto il cucchiaio, e mangiava con noi. Il rito era completato e la giornata poteva cominciare. Mi sono emozionata scrivendo questo ricordo. Il rito della colazione fatta insieme alla mia famiglia e il caffè, ora preparato con la moka, segnano ancora l’inizio della mia giornata.

Angela

Ricetta
Ingredienti: una confezione di Vecchina, una confezione di Miscela Leone, due confezioni di Olandese Moretto mezzo etto di caffè buono.
Stendere un foglio di carta gialla o carta da zucchero sul tavolo. Aprire le confezioni e versare il contenuto sulla carta. Con l’ aiuto di un cucchiaio mescolarle bene. Far bollire in un pentolino circa due litri di acqua , versarvi la polvere e portare ad ebollizione. Togliere la schiuma che si forma in superficie e lasciare rafreddare e deporre il fitto. Il risultato è una bevanda che potrete conservare fuori dal frigo per una settimana. Ha il sapore del caffè d’orzo e la consistenza del caffè turco … potete provarla a patto che troviate gli ingredienti!!

Marmellata di albicocche di Frau Malloth

taverni_marmellata

Da quasi trent’anni e di solito due volte l’anno (inizio estate e fine autunno) vado in un Garni a Burgusio (Val Venosta). I garni tirolesi sono noti per le meravigliose colazioni che ti fanno mangiare anche ciò che a casa non mangeresti mai.
Infatti, io a casa non mangio mai la marmellata a colazione ma è impossibile non mangiare le marmellate di ribes nero, di more, di amarene o l’eccellentissima “Marillen marmelade” che, a parte l’assonanza, non ha nulla a che fare con le amarene ma è la marmellata di albicocca. Queste Marillen sono tipiche solo di questa valle.
Frau Maria Theresia prepara lei ogni stagione tanti vasetti di ogni tipo per le colazioni, ma quella di albicocche termina subito. Non piace solo a me, pare. Ogni volta me ne dà un vasetto da portare a casa, con i ricordi della sempre piacevole vacanza.

Ivana, Associazione culturale “L’Incontro”

Ricetta

Ingredienti: 1 kg di albicocche, 700 gr di zucchero

Lavare le albicocche, togliere i noccioli, mettere nella pentola le albicocche tagliate a pezzetti. Lasciare cuocere per 25 minuti e rimestare continuamente. Alla fine mescolare fortemente con la frusta per amalgamarla. Con la marmellata bollente, riempire i vasetti di vetro.

Al Pluc

Quando ero bambina mia nonna, spesso, alla mattina metteva a cuocere il “Pluc” nella padella appesa alla catena che scendeva dal camino del focolare a legna… e dopo un pò l’aria emanava un profumo che non ho mai dimeticato. Eravamo una famiglia numerosa di quindici persone. Questo “Pluc” si mangiava insieme a colazione, con mio papà c’erano altri quattro fratelli che tornavano dai campi d’estate dopo aver segato l’erba per le mucche – alle 6 di mattina per il fresco – quando ritornavano a casa a colazione e ci si ritrovava tutti insieme intorno al tavolo di cucina.

Marisa

Ricetta

Ingredienti: 500 gr. di pane raffermo, 40 gr. di lardo, 1 cipolla media, 4 cucchiai di salsa di pomodoro, 4/5 cucchiai di formaggio grana

Battere il lardo con la cipolla, metterlo in un tegame basso e largo e fare imbiondire. Aggiungere poi il pane ammollato in acqua la sera prima o per alemno due ore. Bollire a fuoco medio-basso, dopo venti minuti aggiungere la salsa di pomodoro e tenere mescolato. Lasciare cuocere fino ad assorbimento del liquido in modo che sopra si formi una pellicina di crosta. Aggiungere il grana e mescolare.