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Il Nocino

Sul davanzale della camera della cara nonna Fosca c’era sempre, d’estate al sole, un grande vaso di vetro che inondava di riflessi la stanza e conteneva un liquido scuro. Un giorno chiesi alla zia che cosa fosse e mi disse che era il nocino, che era un liquore da “grandi” e noi piccoli di casa non potevamo berlo.
Veniva bevuto dopo i pranzi importanti ed offerto agli ospiti.
Quando sono diventata grande anch’io, ho chiesto alla zia la ricetta del nocino e nel corso degli anni l’ho un po’ modificata, soprattutto nel tempo di infusione, che era rigorosamente di 40 giorni.
Le noci dovrebbero essere raccolte per S. Giovanni (il 24 giugno), ma se la stagione e’ molto calda si deve anticipare la raccolta perché  devono essere ancora prive del guscio interno.

Dolores, Associazione Culturale “L’Incontro”

Ricetta

Ingredienti: 35 noci (sempre un numero dispari), 1 litro di alcool, 650 grammi di zucchero, 350 grammi di acqua, 5 chiodi di garofano, 4 centimetri di scorza di cannella.

Tagliare le noci in 4 parti e metterle in un vaso di vetro a chiusura ermetica con l’alcool, la cannella e i chiodi di garofano. Tenere il vaso al sole il più possibile, scuoterlo spesso e metterlo in casa quando viene freddo. Ai primi di febbraio bollire l’acqua con lo zucchero per alcuni minuti e lasciare raffreddare. Filtrare il liquido del vaso e unirlo all’acqua e allo zucchero,  poi metterlo in una bottiglia scura con un tappo che chiuda benissimo. Tenere in un luogo buio per almeno un anno, meglio di più. Bere dopo i pranzi, anche se non “importanti”, perché è un piacere berlo e aiuta la digestione. E state sicuri che l’anno dopo i vasi sul davanzale al sole saranno 2, poi 3 ecc… E potrete anche fare un bel regalo ai vostri amici.

Dopo la foto, una Crema Cacao

la nonna al Parco dell'ospedale 1946

Dopo la foto, una Crema Cacao

Questa ricetta nasce nei primi anni del novecento e racconta la storia della mia famiglia.

Mio bisnonno, Becchi Giuseppe è stato il primo fotografo di Carpi. Aveva ricavato lo studio all’interno della casa in cui abitava e le persone che andavano per farsi una fotografia si ritrovavano all’interno dell’abitazione. Essendo raro all’epoca farsi un ritratto fotografico, la mia bisnonna, sempre ospitale, intratteneva i clienti con tutti i riguardi del caso. Con i pochi ingredienti che aveva a disposizione si inventò un liquore da offrire, così nacque la ricetta della Crema Cacao.

La famiglia Becchi era conosciuta sia perché erano i fotografi del paese sia perché da loro si degustava questa prelibatezza, custodita con caparbietà. La ricetta è stata tramandata con molta difficoltà anche all’interno della nostra stessa famiglia; intorno c’era una vera gelosia sulla conoscenza delle dosi, degli ingredienti e le modalità.

Mia nonna era sempre stata gelosa di tutte le sue ricette, ma in particolare di questa: io stessa la ricevetti quando lei aveva 91 anni, pochi anni prima che morisse.

Fino all’ultimo me l’ha fatta desiderare.

Mi ricordo che quando ero bambina per merenda mi dava questo liquore al cioccolato con un crostino di pane da inzuppare e poco dopo regolarmente mi addormentavo stordita dall’alcool.

Lara

 

RdV – Lara from alberta pellacani on Vimeo.
la nonna al Parco dell'ospedale 1946

La nonna al parco di fronte all’ospedale di Carpi, circa 1946

Limoncino di zia Maria

ricetta limoncino

Una delle presenze significative della famiglia di mio padre era la zia Maria, la sorella più anziana di mia nonna, nata nel 1902 in un piccolo paese della provincia bergamasca. Come tutte le sue sorelle, aveva studiato e si era diplomata all’istituto magistrale, ma a differenza delle altre, essendo l’unica che non si era sposata, fece per più di quarant’anni la maestra elementare nel suo paese. Quando andò in pensione trascorreva gli inverni a Bergamo e le estati nella casa di famiglia del paese.

Durante i mesi estivi, ogni pomeriggio, il salottino sotto il portico di quella casa si animava, tutti gli ex-alunni passavano a salutarla, non solo quelli che abitavano ancora vicini, ma anche coloro che vivevano lontano e avevano intrapreso professioni importanti; non c’era bisogno di telefonate di preavviso o di fissare appuntamenti, il portone di quella casa si apriva a tutti. La zia ricambiava l’affetto e la gentilezza di tutte quelle persone, non facendo mai mancare qualcosa da bere, del vino appena spillato dalle botti in cantina; ma la specialità della casa era un liquore da lei chiamato Limoncina. Veniva offerto, a seconda dell’età e del sesso degli ospiti, schietto o come sciroppo per dare colore e sapore ad un bicchiere di acqua.

Sin da bambina, quel liquore, di un particolarissimo colore verde, ha sempre attirato la mia attenzione ma solo con la maggiore età mi è stato concesso di gustarlo! La zia donò la ricetta a mia madre e anche una pianta di “limoncino”, ma sul balcone di casa a Modena, la pianta morì. In casa a volte si scherzava dicendo che quella pianta aveva bisogno delle cure della zia e dell’aria della collina bergamasca, a Modena non poteva sopravvivere!

Quando la zia e la mamma morirono, a distanza di pochi mesi l’una dall’altra, erano i primi anni novanta e io ero ormai una ragazza. Così le nostre frequentazioni nel paese natale del papà si diradarono e quella ricetta rimase chiusa nel ricettario di famiglia.

Passarono gli anni e un’estate quasi per caso, nel giardino della casa dei miei suoceri ritrovai quel profumo e quella pianta, mi dissero che a Modena viene chiamata “erba Luigia”.

Da allora, a fine estate raccolgo le foglie e preparo quel liquore, e a Natale lo distribuisco a parenti e amici. Insieme a quel sapore mi sembra di regalare l’affetto e il calore che la zia Maria ha saputo trasmettere a tutti, compresi i suoi scolari, come diceva lei.

Vittorina

Ricetta.

Ingredienti:

  • 75 foglie di limoncina
  • la scorza di un limone
  • 2,5 hg di alcool
  • 2,5 hg di zucchero
  • 2,5 hg di acqua.

Si mettono a macerare le foglie di limoncina e la scorza di limone nell’alcool per 40 giorni. Si prepara lo sciroppo facendo bollire l’acqua e lo zucchero. Si lascia raffreddare e si unisce all’alcool, lasciando riposare almeno 2 settimane. Si filtra ed è pronto.