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 LA PASTA ASCIUTTA ED IL RITO DEL MINESTRONE

Ricordo il tavolo di casa quando abitavo con i miei genitori: era tondo ed intorno ad esso sedevamo mio padre, mia madre ed io. Tanti pranzi e tante cene condivise con allegria, con preoccupazioni, con musi lunghi, con discussioni.

Ricordo che in estate, durante le mie vacanze scolastiche, sia la mia mamma sia il mio papà venivano a pranzare a casa ed ero io che preparavo loro la pasta asciutta che veniva condita semplicemente con pomodoro concentrato, spremuto direttamente dal tubetto ancora freddo da frigo sulla pasta calda e fumante. I miei dovevano consumare il pasto alla svelta, perché disponevano di circa un’ora per la pausa pranzo. Invece la sera, la cena spesso consisteva in un caldo e denso minestrone di verdure, preparato in quantità perché doveva durare alcuni giorni; veniva quindi conservato in frigorifero. In questo minestrone veniva cotto il riso e solitamente diveniva talmente denso che il cucchiaio introdotto stava conficcato. Quindi passavamo al secondo, che consisteva in braciole di maiale e verdure cotte o crude a seconda della stagione. Era questo il momento in cui si parlava di più, nonostante i miei due genitori fossero stanchi per aver lavorato tutta la giornata in fabbrica.  Loro parlavano della loro giornata lavorativa appena trascorsa ed io facevo il resoconto della mia giornata scolastica. Nonostante il minestrone costituisse il primo piatto da settembre a giugno, prepararlo era un rito: mia mamma comperava le verdure dal fruttivendolo, poi a casa le lavava e le tagliava a pezzi, poi le metteva a cuocere dentro una grande pentola. Quando le verdure erano cotte, le prelevava dalla pentola e le versava in una terrina. Dopo, poco alla volta, le passava nel passaverdure posto su di un’altra pentola. Finito di passare tutte le verdure aggiungeva passata di pomodoro.

Elena

Ricetta

Ingredienti: patate, carote, lattuga, cavolo, finocchi, cipolle, aglio, piselli, fave, fagioli borlotti e quante altre verdure di stagione.

Lessare tutte le verdure, passarle nel passaverdure. Aggiungere quindi un po’ di fagioli borlotti. Cuocere nella passata il riso e servire con olio d’oliva e formaggio gr28ana grattugiato.

Facciamo un castello per il papà?

“Domenica torna il papà..” Mancava da sei  mesi dopo l’infarto..era stato portato a Rapallo per la riabilitazione ed il clima. Io andavo ancora a scuola ed ero rimasta a Modena con mia madre ed i miei fratelli. “Ora può mangiare! Facciamogli una sorpresa, qualcosa di diverso!” Così iniziammo a pensare ad un castello, tutto di dolci da sgranocchiare pian piano. Partimmo dalla  ase in muratura; wafer e quadretti di riso soffiato al cioccolato per le mura e come cemento, zucchero a velo e albume montati. Il giorno dopo di nuovo “cemento” fresco e come piastrelle, cremini, liquerizie, caramelle gommose, mentine colorate, praline e chi più ne ha più ne metta di ogni colore e profumo! Ogni sera una parete diversa e poi il tetto con tre camini. Che bello! Poi il giardino di zucchero-cemento, che sembrava neve fresca e la recinzione fatta con i Togo, qualche decoro di croccante e lo stradello pavimentato che conduce al portone. Una meraviglia!

Papà rimase a bocca aperta e noi tutti non scordammo più quel Natale…..per la Befana, anche gli ultimi tratti di muro erano stati gioiosamente smantellati tutti i giorni, come rito di famiglia, a colazione!

Linda

Ricetta

Ingredienti: zucchero a velo, albumi, wafer, quadretti di riso al cioccolato, caramelle, liquerizie, mentine, praline, cremini, croccante, togo etc…..

Si procede di giorno in giorno come da ricetta , facendo asciugare durante la notte il lavoro fatto precedentemente