Si partiva la mattina molto presto, per finire la sera tardi: un lavoro preciso e accurato, come voleva la nostra “maestra di stringitura” di quasi 90 anni… tutti uguali e messi in fila come una squadra di cadetti all’adunata! La cosa misteriosa era che nessuna di noi due sapesse quante uova erano state impastate; se durante la lavorazione chiedevo:” ma quante uova sono in tutto? la risposta era vaga e sfuggente “mah, non ricordo…” rispondeva, forse 18 o 20, per arrivare al numero reale finale di 30/35 uova di pasta. E cosi si andava avanti raccontando storie di vita vera, che riempivano il cuore e la mente di noi che li, intorno a quel tavolo saremmo rimaste per ore e ore…
E non finivamo mai… ogni tanto buttavo l’occhio alla pentola del pesto che non calava, però mi piaceva ascoltare i vissuti di quel tempo a me sconosciuto, ma tanto prezioso per le nonne e per me che in poco tempo imparavo la lezione più importante della vita che avevo davanti.
Quanto Amore raccoglievo!!
Si!, Si producevano tortellini con il gusto e il sapore di una vita povera, ma allo stesso tempo ricca di emozioni, sorprese, sensazioni, azioni spensierate di una allegra gioventù, sensazioni che davano al tutto un profumo di incanto sorprendente! Rimanevo a bocca aperta a ogni racconto, mi sentivo fortunata e improvvisamente grande, insieme a loro che di crostini e tortellini ne avevano mangiati tanti!! Il brodo con cui venivano cotti i mitici tortellini, veniva fatto bollire per ore e ore… e insieme alla gallina veniva aggiunto un “pezzo di girello” (manzo) per rendere il brodo più ricco. Non ho mai capito perchè questi fratelli Vincenzi avessero tanto potere culinario, ma ancora oggi vedo nell’aria quel filo trasparente che unisce la loro maestria nella preparazione delle carni, a quello della terra e della natura che regala i suoi frutti, del fumo e del profumo che avvolge la nostra cucina. E’ un filo invisibile che congiunge me e le nonne in un sapore infinito di ricordi.
Marzia
Ricetta
Ingredienti: 1 kg di carne cosi suddivisa, 400 gr di polpa di maiale, 200 gr di salciccia di maiale, 200 gr di prosciutto crudo, 200 gr di mortadella, parmiggiano reggiano a piacere, un pizzico di noce moscata
Si andava ad acquistare la carne e gli affettati nella mitica macelleria storica di Soliera dei fratelli Vincenzi, che macinavano per ben due volte sia la carne che gli affettati, per dare a tutto il pesto un sapore più raffinato. iIl formaggio, ingrediente principe, proveniva dalla roulotte di Cavezzo nel mercato settimanale del sabato, quella del martedi non era ai suoi livelli. Le uova erano delle galline allevate in famiglia e la farina proveniva dal molino di Ganaceto, luogo in cui ogni anno la nostra azienda agricola portava il grano a macinare. Questo intruglio veniva poi fatto “scottare” sul fuoco lentamente e poi lasciato raffreddare per poterlo lavorare. Il formaggio era l’ultimo ingrediente ad essere aggiunto, si procedeva poi ad amalgamare il tutto!