Se è vero che tutto ciò che stimola i sensi è una forma d’arte, allora guardate qua:

Stimolo visivo, collegamento diretto con lo stomaco e irrefrenabile produzione di acquolina…….. Eppure, basta chiudere gli occhi e annusarne il profumo per immaginarne immediatamente il calore interno degli ingredienti e la croccantezza esterna. Già, gli ingredienti……. Ma è quando l’assaporate che avviene il miracolo del teletrasporto emotivo, d’un tratto, vi ritroverete là dove l’avete mangiata tante volte, assieme alle persone care che non ci sono più, con gli stessi odori, gli stessi rumori, le stesse sedie impagliate a mano e scomode, le stesse tovaglie sbiadite e ruvide, le stesse posate del corredo dei bis-nonni e provenienti dall’America; la stessa gioia di condividere quel poco che la nostra terra ci garantiva, perché frutto del nostro lavoro, povera e ricca al tempo stesso. Non posso documentare la nascita della PASTA AL FORNO DI NONNA ANNA, ma non ho timori di smentita, quando sostengo che, come tanti altri piatti della tradizione, trae origine dalla necessità e dall’abitudine al riutilizzo degli avanzi dei pasti precedenti, perché l’imperativo era: “non si butta via niente”; fino poi a progredire e diventare piatto prelibato, promiscuo perché contaminato dalle scoperte culinarie legate all’emigrazione, ricercato e sofisticato; laddove, in base alla zona geografica, dentro ci potevi trovare vari tipi di carne, formaggi e verdure, uovo e spezie. Ma quello che rende magica la PASTA AL FORNO è sostanzialmente lo sciogliersi della scamorza cotta in forno che penetra i vari strati di pasta, trascinando con se il sugo, il Parmigiano ed il prosciutto cotto. Ed ora vediamo gli ingredienti…
Carmelo
Ricetta
Ingredienti: dose per 4 persone, 500 gr. di pasta; 400 gr. di ragù; 1 provoletta di scamorza; 150 gr. di prosciutto cotto.Parmigiano reggiano grattugiato q.b.
LA PASTA. Indubbiamente la pasta più adatta a diventare pasta al forno, è la pasta vuota, proprio perché presenta anfratti e cavità ideali ad essere riempite dal condimento, come appunto i maccheroni, le penne rigate, i rigatoni, le orecchiette, ma soprattutto i tortiglioni, che trovano in questa ricetta la loro collocazione ideale; la cotture deve essere al dente ma non troppo e perfezionata dal successivo passaggio in forno.
IL RAGU’. E’ senz’altro da preferirsi un ragù alla bolognese, cotto lentamente e senza l’aggiunta di burro, ma solo con trito di verdure (al sufret’) e tanta buona carne macinata, mescolata allo sfinimento per sgranarne ogni zolletta, sfumata con vino bianco e bollito con salsa di pomodoro; il prodotto finale in colore, odore e sapore sarà praticamente irresistibile e starà alla nostra pasta, proprio come un vestito nuovo.
IL PROSCIUTTO COTTO. Difficile dire quale è il miglior prosciutto cotto da utilizzare, posso solo citare quello che rispondeva un famoso ristoratore di Zocca a chi gli rivolgeva complimenti per la cucina e gli domandava come mai i loro piatti fossero così particolarmente buoni : “mi peder al dgiva, par fer da magner ban, ti da druver semper dla’ roba bona”; dopo di ciò, posso solo aggiungere che sono preferibili fette sottili, arrotolate e tagliate a piccole rondelle alle fette grosse tagliate a dadini, ma questa è pura questione di gusti.
IL PARMIGIANO REGGIANO. Signori, al cospetto del re della tavola, al campione della categoria, al prodotto che universalmente meglio di chiunque altro identifica la sua zona d’origine, al risolutore di mille problemi culinari e ad un formaggio buonissimo da mangiare, si può solo tacere o tuttalpiù esplodere in un fragoroso applauso: io preferisco utilizzare pezzi provenienti da forme con un invecchiamento di oltre trenta mesi per il tipico sapore.
LA SCAMORZA. Provate ad immaginare il sapore che può avere una provoletta di scamorza, prodotta con il latte munto con le proprie mani, litigandosi il capezzolo della brunalpina del nonno con quel vitellino che fino a pichi minuti prima era stato il compagno di giochi. Il latte veniva messo nelle caldaie, portato a bollitura, cagliato formato fino a produrre caciocavalli, caciotte e scamorze a forma di treccia o di provoletta, poi mentre i prodotti si immergevano in salamoia, il siero veniva riportato in bollitura per produrre appunto la ri-cotta FANTASTICA !!! Scamorza tenera, saporita, zigrinante sotto i denti, filante nella pasta, abbrustolita e croccantosa sulla superficie, una bontà unica………e io c’ero !!!
L’ultimo degli ingredienti è il più importante della ricetta, tagliata a dadini da circa 1 cm.cubo, viene inserita nel seguente modo:
una volta scolata la pasta e rimessa nella pentola di cottura, gli viene aggiunto e amalgamato, olio di oliva crudo e ragù; ne viene prelevata quanto basta per farne un primo strato in una casseruola antiaderente, a questo punto stenderemo alla rinfusa i dadini di scamorza e le rondelle di prosciutto, una bella nevicata di parmigiano e via con il secondo strato di pasta, sopra il quale faremo la medesima stesura di scamorza, prosciutto e parmigiano, a completamento del tutto una meticolosa stesa di ragù con il mestolo, senza esagerare; mettere in forno a 200° e cuocere per circa 30 minuti, sfornare, tagliare in porzioni e servire fumante.
Nel nostro caso 4 persone si saziano con 500 gr. di pasta, è da considerarsi piatto unico e scoprirete con gradita sorpresa che dopo un paio d’ore avrete di nuovo fame e ne mangereste ancora un po’……BUON APPETITO !!!!
Adesso guardate questo video e rispondete all’indovinello:
https://www.youtube.com/watch?v=v0PSNTvKeP8
Dove mi riporta la pasta al forno di NONNA ANNA ?